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Santuario - Sito storico
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Madonna della Misericordia
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L’origine della chiesa sulla vetta del Bric del Gazzo potrebbe ricondursi al nefasto periodo della peste, nel luogo, meta di processioni, ove s’elevava in alto una croce, ivi posta il 13 maggio 1645 dal rettore della chiesa di S.G. Battista, don G.B. Maccione.
Nel 1657, interprete della fede dei penitenti, minacciati dal contagio, un cappuccino eresse una grande immagine della Madonna della Misericordia. Al fine di proteggere l’effigie della madonna dagli agenti atmosferici, il Senato della Repubblica deliberò la costruzione di una cappella, nella quale si potesse celebrare la messa per la devozione del popolo.
La cappella doveva fabbricarsi e fondarsi sotto l’immediata protezione della Serenissima Repubblica e non vi si doveva fabbricare campanile o campana. La statua della Madonna fu sostituita il giorno 8 giugno 1873 con l’attuale, alta 5 metri, opera dello scultore savonese Antonio Brilla.
Nei secoli seguenti, dopo la prima edificazione, con i contributi di nobili e del popolo, seguirono ampliamenti e rifacimenti, sino a conseguire l’odierno, accogliente, aspetto dell’edificio di culto. All’interno, tra gli ex voto, si trovano bassorilievi in ardesia e sopra il portale, un altorilievo in marmo di Carrara che rappresenta la Madonna a protezione del popolo in contemplazione; opere realizzate dallo scultore sestrese Stelvio Pestelli. Quest' ultima opera è stata donata dai figli di Calisto e Claudia Bagnara.
A riguardo della Madonna della Misericordia, sulla vetta del Gazzo, si tramanda una testimonianza secolare di fede nella di Lei protezione, anche dopo l’epidemia di colera del 1833, richiamata dal quadro votivo, offerto al Santuario dalle Sigaraie della Manifattura Tabacchi di Sestri Ponente.
I Sestresi da secoli amano quel luogo. Oggi, giunti lassù, s’ammira il panorama, poi sembra d’entrare in un presepe arroccato sulla cima del monte, che a dicembre, offre a sua volta un altro piccolo presepe, le cui figure della natività e ciò che li circonda, sono disposte con cura dall’Associazione Amici del Chiaravagna.